una favola dolce-amara

A CURA DI LAVINIA TOGNOZZI 3A

introduzione


Siamo agli inizi del Trecento, di fronte all’ultimo affresco realizzato da Giotto alla Cappella degli Scrovegni di Padova.
Quello che Giotto ci raffigura in questa scena è il primo bacio della storia dell’arte.


storia dell’opera


I protagonisti sono Anna e Gioacchino, genitori della Vergine.
I due, ormai anziani, dopo una vita vissuta in rigore, fedeltà e amore
non erano riusciti a generare alcuna prole e per questo erano stati definiti “maledetti da Dio”.
Così, Gioacchino umiliato, decide di allontanarsi dal Tempio e intraprendere una vita montana in compagnia di pastori, rinunciando a tornare a casa dalla sua Anna, che triste, angosciata e sentendosi in colpa per la sua sterilità è disperata.
Ecco accorrere poi un angelo che annuncia a entrambi la miracolosa nascita di un figlio.


il primo bacio dell’arte



La scena raffigura il momento in cui Gioacchino fa ritorno a casa:
Anna corre incontro al suo sposo e gli getta le braccia al collo. È un momento di così profonda gioia che i due innamorati si lasciano andare a un lungo bacio sulla bocca!
I due paiono avvolti in un unico abbraccio in cui le loro aureole si fondono.
Gli occhi si fissano, le labbra si toccano, i visi sembrano sprofondare l’uno nell’altro. Le dita di Anna premono sulla nuca dello sposo mentre l’altra mano ne accarezza teneramente il viso.
Giotto fa parlare ogni parte del corpo, ogni gesto dei suoi protagonisti per esprimerne le passioni più intime.

descrizione del retroscena


Giotto ha realizzato l’ingresso della città sacra ispirandosi agli antichi archi romani. La Porta, che si credeva fosse dorata, è collocata su un piccolo ponte che permette allo sguardo dello spettatore di posarsi sull’abbraccio della coppia dopo aver osservato le altre figure.
Infatti, alle spalle di Anna assistono alla scena alcune donne: sono quattro amiche vestite a festa - le trecce dei capelli simboleggiano la condizione di spose - colme di entusiasmo. Sono raffigurate con le bocche semiaperte ad esprimere esultanza e sincera felicità per l’ amica che abbandona la condizione di vedova, come raccontano i Vangeli apocrifi.
La condizione di vedovanza è rappresentata nel dipinto dalla donna coperta da un mantello bruno: con sguardo duro, volta le spalle ai coniugi e non partecipa al momento gioioso.


descrizione del retroscena


il pastore che anticipa ad Anna il ritorno dell’amato marito a casa.


analisi stilistica dell’opera



Il modellato dei panneggi è semplice e le pieghe, parallele e lineari, sono descritte con volumi tondeggianti nelle vesti centrali e spigolosi in quella di Gioacchino e della dama in rosso. Nella descrizione dei personaggi Giotto cura inoltre una dettagliata resa di particolari realistici. Il bacio tra Gioacchino e Anna è un momento di grande intensità espressiva e rivela la volontà di Giotto di raccontare l’evento in modo naturalistico.

Il dipinto è un affresco che copre una superficie di 200 x 185 cm.

I colori sono chiari. L’illuminazione proviene dal centro-sinistra facendo risaltare le architetture della Porta Aurea. Inoltre un deciso chiaroscuro permette di mettere in rilievo i panneggi delle vesti.

La prospettiva molto semplice dell’arco condiziona decisamente lo spazio dell’affresco. Anche l’arco del ponte contribuisce a misurare lo spazio nel quale avviene l’incontro. La Porta Aurea acquista infatti una decisa presenza volumetrica e l’ambiente è realmente presente, non semplicemente uno sfondo dipinto.

L’inquadratura incornicia interamente la Porta Aurea e i personaggi che agiscono sulla scena. Il taglio della figura del pastore a sinistra crea una suggestione di continuità spaziale. Con questo espediente Giotto suggerisce una scena che continua oltre il bordo del dipinto.
Gioacchino e Anna nel loro abbraccio creano una piramide compositiva che cattura lo spazio e rende l’incontro più espressivo.

uno straordinario capolavoro


Siamo di fronte a un capolavoro, non solo per come l’artista è capace di raccontare una serie di episodi di vita sacra che al tempo non avevano alcun modello figurativo di riferimento, ma anche per l’umanità che conferisce ai suoi protagonisti. Attraverso ogni sguardo e ogni gesto, Giotto manifesta una molteplicità di sentimenti, come dolcezza, dolore, gioia. Egli infatti è da considerarsi il pittore dei sentimenti ed è stato il primo, agli inizi del Trecento, a raccontarci un momento umano così tenero e intimo.