Archivio di stato

Daniele Robotti

Archivio di stato


Tracce, segni del passaggio di uomini sconosciuti

Su antichi documenti, conservati nell'Archivio di Stato, rimangono poche tracce come gocce di inchiostro, impronte digitali, piccoli schizzi lasciati da uomini sconosciuti, persi in un antico passato.

Il lavoro raccoglie queste tracce isolandole dal contesto del documento (vecchi fogli matricolari, atti notarili, atti di nascita): dove sono queste persone? cosa hanno pensato quando è caduta la goccia di inchiostro? quale emozione hanno provato nel corrompere una scrittura elegante?

I segni dialogano con le linee dei fogli protocollo, la fotografia diventa geometrica, astratta, in un'immagine con pochi o nessun punto di riferimento, di contatto con la realtà del foglio come oggi rimane indefinita l'immagine dell'uomo il cui sguardo è caduto sulla goccia di inchiostro sfuggita alla penna.



Serie le impronte


Testo critico
di Ilaria Piccardi

Daniele Robotti nasce nel 1962 ad Alessandria, dove da trent’anni svolge l’attività di fotografo professionista.
 Accanto all’attività professionale è interessato a portare avanti ricerche e riflessioni di carattere personali, come l’ultima di cui vuol farci partecipi e che porta il titolo di Archivio di stato | Tracce, segni del passaggio di uomini sconosciuti.


Serie i tratti




Avvicinarsi ad un lavoro artistico è sempre un momento molto intimo, soprattutto se lo si può conoscere nel luogo in cui prende vita e si sviluppa, fuori dal contesto finale di esposizioni, gallerie e musei d’arte.

Io ho avuto il piacere di avvicinarmi e conoscere il lavoro di Daniele nell’intimità del suo studio nel centro di Alessandria, durante il periodo pandemico di cui tutti porteremo memoria.


Serie le gocce


Ho compreso e ascoltato dai suoi racconti che con analoga intimità Daniele si è confrontato con alcuni documenti risalenti agli anni tra il 1600 e il 1800 (come per esempio i libri Tribunale di Alessandria 1930, Notai del Monferrato ‘800, Ruoli matricolari ‘800,Registro Ecclesiastico ‘700 ) recandosi all’archivio di Stato di Alessandria.


Serie le macchie


Quello che Daniele Robotti ci restituisce con le sue fotografie è l’atto performativo che ha compiuto: 
sfogliando con casualità le pagine di questi documenti (in cui era richiesto e ricercato un certo ordine formale), si è lasciato colpire da segni che portano il sapore della traccia umana e della sua emotività: impronte digitali ed organiche di persone che non ci sono più, macchie involontarie di inchiostro, errori di scrittura, ecc … ha poi isolato dal contesto il segno e ha scattato l’immagine con il suo smartphone, per poi continuare la sua attività di ricerca tra i libri all’interno delle stanze dell’Archivio.




Daniele ha raccolto un grande catalogo di segni, di cui abbiamo selezionato le immagini in cui il segno si mostra più forte, pulito ed essenziale.

E’ fondamentale per noi osservatori comprendere che Daniele mentre sfogliava i faldoni, in un dialogo intimo, si è immaginato il disappunto dello scrivano nello sporcare il foglio con una macchia di inchiostro, le sue espressioni, le sue emozioni, ... e ce ne regala traccia in queste fotografie che compongono un’ opera delicata e sensibile, per me assimilabile ad un inno universale all’errore involontario (di cui già Clément Chéroux ne fece uno straordinario inno nel libro L’errore fotografico) e all’animo umano .


N.1 serie in stampa fine art 19x19 cm. su carta Epson Ultrasmooth 325gr Digigraphie | stampatore Guido Bartoli

"Archivio di stato" è un progetto fotografico 2021 di Daniele Robotti | www.robotti.it